Specifiche
Ottica: Nikon 300 f/2.8 - CCD QHY8 OSC - Guida in parallelo Philips 900
Montatura: HEQ5
Pose: 18x10m Ha + 16x10m OIII + 6x10 SII + 6x10m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: MaremmAlta (GR) (42°58’51” N/10°58’43” E) m200asl - Giugno 2011
Note
Visto che abbiamo appena assistito, fortunati mortali, a un’esplosione supernova, evento raro e mostruoso, allora vediamolo il risultato di quel sacrificio, la materia ‘cucinata’ e sparsa in sterminati spazi interstellari, in due poste, con due immagini, una un dettaglio dell’altra, separate perché riprese in tempi, luoghi e modi diversi.
Questa foto mostra l’intera nebulosa Velo, chiamata anche Pizzo per la sua somiglianza a un merletto, poco a SE di ε Cigny, la stella di sinistra nella nostra Croce del Nord. La Velo è costituita dai resti molto sparsi e relativamente deboli di una supernova esplosa tra 5000 e 8000 anni fa, su un’area di circa 3° in diametro, a una distanza non esattamente nota ma valutata intorno a 1500 ly.
La Velo rende benissimo l’idea dei resti di un’esplosione supernova: un guscio di noce aperto in vari strati di gas, polveri e altri ingredienti distribuiti in numerosi e debolissimi filamenti, ancora in espansione a velocità di decine di km/s, da capogiro sulla Terra, piuttosto modeste su quelle scale spazio-temporali.
E’ un soggetto difficile da fotografare, sommersa com’è nell’oceano della Via Lattea. L’ho fatta in tante riprese e a distanza di tempo (col risultato di farla finire ai bordi!), finché non ho capito che ci voleva tanto tempo coi filtri interferenziali per attenuare le stelle e scovare i suoi filamenti debolissimi e colorati.
A proposito di colore, ne ho viste in giro versioni dominate da rosso e azzurro, altre più neutre, ne ho viste di tutti i colori è il caso di dire. L’ho preferita così con l’idrogeno in luminanza e i colori RGB originali.
Nella foto si distinguono chiaramente tre gruppi di filamenti, uno (NGC 6960) in alto a destra (ovest) a ridosso della brillante stella 52 Cygni; il secondo vicino e con la stessa concavità (NGC 6974 - 6979), e una parte molto debole nella quale si riconoscono i resti di un altro strato, quasi dissolto. Dalla parte opposta, a est, speculare rispetto agli altri due, c’è un terzo filamento molto evidente, noto anche come Nebulosa Rete (NGC 6992-6995) che è l’oggetto presentato in dettaglio nella posta seguente.
Come la sua supernova generatrice, anche questa meraviglia del cielo boreale durerà relativamente poco, perlomeno alla vista, considerando la sua velocità di espansione e il suo indice di dispersione e si dissolverà nel vuoto tra le stelle (Affrettatevi a fotografarla !!).
Ma la preziosa materia ‘cucinata’ nell’esplosione originale non andrà perduta: prima o poi, in qualche punto dello spazio-tempo si ricombinerà con altra materia, idrogeno primordiale e altri gas, accendendo una nuova stella e, magari, nuovi pianeti e, magari, di nuovo la vita.
Tech Specs
Lens: Nikon 300 f/2.8 - Camera CCD QHY8 OSC – Guide webcam Philips900
Mount: HEQ5
Pose: 18x10m Ha + 16x10m OIII + 6x10 SII + 6x10m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: MaremmAlta (GR) (42°58’51” N/10°58’43” E) mt 200asl - june 2011
My Notes
Having had the good luck to witness a supernova burst, an exceptional and tremendous event in the universe, let’s now give a look to the results: the matter ‘cooked’ in the explosion and then spread all over the endless intergalactic space, presented in two posts and two images, the second being a detail of the first, presented separately, being quite different concerning where, when and how were acquired.
This image shows the entire Veil Nebula, also called Lace Nebula as it looks like, a bit SE of ε Cigny the left star of the boreal North Cross. The Veil Nebula is a large but relatively faint supernova remnant exploded some 5,000 to 8,000 years ago, expanded to cover an area roughly 3 degrees in diameter, at a distance not precisely known, but evaluated around 1500 light-years.
The Veil nebula does give the idea of the fragments of a supernova: it resembles as a nut shell opened in several layers of gas, dust and other ingredients, along several thin filaments, still expanding at a speed of tens of km/s, quite dizzying on Earth, rather low on those space-time scales.
The Veil is difficult indeed to shoot, hidden in the Milky Way star ocean. I acquired it along several different sessions and times (so making the final picture move to the upper edges!), till when I realized that interferential filters were needed to fade the stars and force those weak multicoloured yarns to come out of the dark.
By the way of colours, I have seen many versions of the Veil, the most in red and blue, some others more neutral. I chose this one, with hydrogen as luminance and its original RGB colours.
In the picture three groups of filaments are clearly visible: one (NGC 6960) at West side, close to the bright star 52 Cygni, the second in the vicinity with the same bending (NGC 6974-6979), and a third very weak part where another layer can be distinguished, although almost faded away. At the very East, symmetrical to the other two, a third filament is also evident, also known as Net Nebula (NGC 6992-6995), shown in details in the next post.
As well as its generative star, this wonder of the boreal sky will not last very long, at least as a visible object, considering its expansion speed and its dispersion index, and will fade away in the intergalactic space (Hurry up to shoot it !!). But the precious matter ’cooked’ in the primitive supernova won’t go lost: sooner or later, somewhere in the space-time, it will recombine with other roaming matter, ionized hydrogen and other gases and dust, switching on a new star and, maybe, new planets and, maybe, new life.
Nessun commento:
Posta un commento