domenica 30 ottobre 2011

Nebulosa Rete (NGC 6992-6995)





Specifiche
Ottica: Intes M706 180 f/6 - CCD QHY8 OSC - Guida in parallelo Philips 900
Montatura: Losmandy G11
Pose: 6x10m Ha + 6x10m OIII + 3x20m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Frasso Sabino (RI) + Aranova (RM) – Settembre 2008/Ottobre 2009

Note
Per commentare degnamente il grande evento della supernova, ecco la seconda immagine della Nebulosa Velo, questa volta nel dettaglio del suo ramo est, noto anche come Nebulosa Rete, 6992 e 6995 nel catalogo NGC.
Non c’è molto da dire, il merletto è affascinante nei suoi colori e nei suoi frammenti sfilacciati che danno idea della velocità di queste immense distese di gas, polveri e materia.
Mi piace pensare a chissà quali elementi viaggiano lì dentro, magari nuvole di enormi diamanti, sintetizzati dal carbonio alle pressioni spaventose che solo una supernova può sviluppare. O a sassi di purissimo oro, grossi come palloni che ridurrebbero in briciole un’astronave e i suoi passeggeri coi loro braccialetti d’oro al polso.
L’ho ripresa tre anni fa, vicino all’osservatorio di Frasso Sabino, ed è venuta benino considerando le poche e brevi pose, ma a Frasso ho fatto sempre buone foto, forse anche grazie alle anime sante del cimitero dove stazioniamo. 
In questo caso, comunque, grazie soprattutto all’ Intes M706, uno splendido specchio russo, un Mak-Newton f/6 che mi pento, anzi mi vergogno, di usare così poco, perché ha le stelle di un buon rifrattore.
Decisamente delicata l’elaborazione di un oggetto come questo, che meno lo tocchi meglio è, anche se non puoi farne a meno, se vuoi far uscire dal buio i filamenti più deboli. Credo che sia uno dei casi in cui occorre prendere lunghe ore coi filtri interferenziali e provare tante, tutte le compositazioni, aggiungendo poi solo poche correzioni.
La caccia è sempre aperta e la prossima estate ci tornerò certamente sopra.


Tech Specs
Lens: Intes M706 180 f/6 - Camera CCD QHY8 OSC – Guide webcam Philips900
Mount: Losmandy G11
Pose: 6x10m Ha + 6x10m OIII + 3x20m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Frasso Sabino (RI) + Aranova (RM) - sept 2008/oct 2009

My comments
To worthily celebrate the supernova event, here is a second picture of Veil Nebula, now its east branch details, also known as Net Nebula, the 6992-6995 in the NGC catalogue.
There is not so much to say, the lace is wonderful in its colours, as well as in its frayed fragments giving the sense of the speed of those endless bulks of gases and dust.
I like to think to the matter flying inside there: perhaps immense clouds of big diamonds, synthesized from carbon at the tremendous pressures that only in a supernova can be reached. Or perhaps clouds of pure gold stones, as large as soccerballs, that can destroy a spacecraft and its passengers with their golden wrist bracelets.
I took the Net Nebula some three years ago, near the Frasso Sabino observatory. It came out quite nice considering the few and quick exposures, but in that site I always had good performances, may be helped by the holy souls of the cemetery, just near where we work.
In this case, most of all, due to the tube, the Intes M706, a fine Russian mirror, Mak-Newton f/6, which I regret using so seldom, its stars look like in a good refractor !
Exposures processing is not easy, this object is of the class ‘ the less you manipulate, the better is’, although you need to make weakest filaments come out from the dark. I believe this is right the case of adopting many, many, long exposures, and more, and more, using interferential filters and trying all possible combinations, seeking for the best one, with the minimum correction process.
As the big game hunting is still open, next summer I’ll try it again !

Nebulosa Velo - Cigno





Specifiche

Ottica: Nikon 300 f/2.8 - CCD QHY8 OSC - Guida in parallelo Philips 900
Montatura: HEQ5
Pose: 18x10m Ha + 16x10m OIII + 6x10 SII + 6x10m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: MaremmAlta (GR) (42°58’51” N/10°58’43” E) m200asl - Giugno 2011

Note
Visto che abbiamo appena assistito, fortunati mortali, a un’esplosione supernova, evento raro e mostruoso, allora vediamolo il risultato di quel sacrificio, la materia ‘cucinata’ e sparsa in sterminati spazi interstellari, in due poste, con due immagini, una un dettaglio dell’altra, separate perché riprese in tempi, luoghi e modi diversi.
Questa foto mostra l’intera nebulosa Velo, chiamata anche Pizzo per la sua somiglianza a un merletto, poco a SE di ε Cigny, la stella di sinistra nella nostra Croce del Nord. La Velo è costituita dai resti molto sparsi e relativamente deboli di una supernova esplosa tra 5000 e 8000 anni fa, su un’area di circa 3° in diametro, a una distanza non esattamente nota ma valutata intorno a 1500 ly.
La Velo rende benissimo l’idea dei resti di un’esplosione supernova: un guscio di noce aperto in vari strati di gas, polveri e altri ingredienti distribuiti in numerosi e debolissimi filamenti, ancora in espansione a velocità di decine di km/s, da capogiro sulla Terra, piuttosto modeste su quelle scale spazio-temporali.
E’ un soggetto difficile da fotografare, sommersa com’è nell’oceano della Via Lattea. L’ho fatta in tante riprese e a distanza di tempo (col risultato di farla finire ai bordi!), finché non ho capito che ci voleva tanto tempo coi filtri interferenziali per attenuare le stelle e scovare i suoi filamenti debolissimi e colorati.
A proposito di colore, ne ho viste in giro versioni dominate da rosso e azzurro, altre più neutre, ne ho viste di tutti i colori è il caso di dire. L’ho preferita così con l’idrogeno in luminanza e i colori RGB originali.
Nella foto si distinguono chiaramente tre gruppi di filamenti, uno (NGC 6960) in alto a destra (ovest) a ridosso della brillante stella 52 Cygni; il secondo vicino e con la stessa concavità (NGC 6974 - 6979), e una parte molto debole nella quale si riconoscono i resti di un altro strato, quasi dissolto. Dalla parte opposta, a est, speculare rispetto agli altri due, c’è un terzo filamento molto evidente, noto anche come Nebulosa Rete (NGC 6992-6995) che è l’oggetto presentato in dettaglio nella posta seguente.
Come la sua supernova generatrice, anche questa meraviglia del cielo boreale durerà relativamente poco, perlomeno alla vista, considerando la sua velocità di espansione e il suo indice di dispersione e si dissolverà nel vuoto tra le stelle (Affrettatevi a fotografarla !!).
Ma la preziosa materia ‘cucinata’ nell’esplosione originale non andrà perduta: prima o poi, in qualche punto dello spazio-tempo si ricombinerà con altra materia, idrogeno primordiale e altri gas, accendendo una nuova stella e, magari, nuovi pianeti e, magari, di nuovo la vita.


Tech Specs
Lens: Nikon 300 f/2.8 - Camera CCD QHY8 OSC – Guide webcam Philips900
Mount: HEQ5
Pose: 18x10m Ha + 16x10m OIII + 6x10 SII + 6x10m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: MaremmAlta (GR) (42°58’51” N/10°58’43” E) mt 200asl - june 2011

My Notes
Having had the good luck to witness a supernova burst, an exceptional and tremendous event in the universe, let’s  now give a look to the results: the matter ‘cooked’ in the explosion and then spread all over the endless intergalactic space, presented in two posts and two images, the second being a detail of the first, presented separately, being quite different concerning where, when and how were acquired.
This image shows the entire Veil Nebula, also called Lace Nebula as it looks like, a bit SE of ε Cigny the left star of the boreal North Cross. The Veil Nebula is a large but relatively faint supernova remnant exploded some 5,000 to 8,000 years ago, expanded to cover an area roughly 3 degrees in diameter, at a distance not precisely known, but evaluated around 1500 light-years.
The Veil nebula does give the idea of the fragments of a supernova: it resembles as a nut shell opened in several layers of gas, dust and other ingredients, along several thin filaments, still expanding at a speed of tens of km/s, quite dizzying on Earth, rather low on those space-time scales.
The Veil is difficult indeed to shoot, hidden in the Milky Way star ocean. I acquired it along several different sessions and times (so making the final picture move to the upper edges!), till when I realized that interferential filters were needed to fade the stars and force those weak multicoloured yarns to come out of the dark.
By the way of colours, I have seen many versions of the Veil, the most in red and blue, some others more neutral. I chose this one, with hydrogen as luminance and its original RGB colours.
In the picture three groups of filaments are clearly visible: one (NGC 6960) at West side, close to the bright star 52 Cygni, the second in the vicinity with the same bending (NGC 6974-6979), and a third very weak part where another layer can be distinguished, although almost faded away. At the very East, symmetrical to the other two, a third filament is also evident, also known as Net Nebula (NGC 6992-6995), shown in details in the next post.
As well as its generative star, this wonder of the boreal sky will not last very long, at least as a visible object, considering its expansion speed and its dispersion index, and will fade away in the intergalactic space (Hurry up to shoot it !!). But the precious matter ’cooked’ in the primitive supernova won’t go lost: sooner or later, somewhere in the space-time, it will recombine with other roaming matter, ionized hydrogen and other gases and dust, switching on a new star and, maybe, new planets and, maybe, new life.

sabato 22 ottobre 2011

Supernova in M101




Supernova in M101
Questa è la supernova che si è accesa in agosto, evento straordinario ed essenziale per l’evoluzione dell’universo e lo sviluppo della vita. Parte della materia nell’universo e alcuni degli atomi di cui siamo composti possono, infatti, essere cucinati soltanto in una supernova.
Che in realtà non è una stella in quanto tale, ma l’esplosione di una stella molto massiccia in seguito a particolari reazioni al suo interno, attivate proprio dalla grandissima massa e dalle altissime temperature che vi si sviluppano.
L’esplosione, che è quello che vediamo e chiamiamo supernova appunto, non è poi neanche un’esplosione come comunemente la intendiamo, ma piuttosto un potentissimo impulso di radiazione, una vampata che emana dal cuore del processo stellare emettendo tanta energia quanta più o meno una stella come il sole emette in tutta la sua vita.
In questo processo grandi quantità della materia sintetizzata all’interno della stella, vengono eruttate verso l’esterno, con un onda d’urto velocissima e potentissima, inseminando lo spazio interstellare di elementi pesanti e propiziando processi di formazione delle stelle cosiddette di seconda generazione, come il Sole per esempio, le più adatte a circondarsi di pianeti adatti alla vita, come la Terra, per esempio.
La Pickering, in questo blog, è un tipico campione dei gas e polveri emessi da una supernova.
Questa materia dispersa nello spazio, viaggia fino ad incontrare magari altre nuvole di gas e polveri e magari formare insieme altre stelle, che magari nei loro cascami vaganti formano ammassi di materia come il nostro pianeta, dove magari poi qualche milione di comete distribuisce acqua e magari anche composti organici, aminoacidi primordiali dai quali magari poi si forma la vita, come noi la conosciamo e, un po’ presuntuosamente, la definiamo.
Tutti i magari servono a sottolineare che l’universo, vale a dire Chi così l’ha voluto, usa per creare un sistema causale e casuale allo stesso tempo, lo stesso che fa fare alla quercia mille ghiande per fare un’altra quercia e all’essere umano cento milioni di girini affinché uno almeno riesca a congiungersi con un solo ovulo.
La supernova in questione è apparsa in agosto nella galassia M101 (NGC 5457), che sta proprio ai bordi dell’Orsa Maggiore, vicino all’ultima stella del timone, Eta UMA, che tutti conosciamo, ben visibile ogni sera a Ovest un quarto Nord, per circa un mese ancora.
Nella foto, di bassa qualità essendo un singolo scatto di 10 minuti, la supernova si vede chiaramente a ore 4 rispetto al nucleo della galassia, sulla base di un triangolo di stelle.
Per avere un’idea di quanto grande sia l’esplosione fisica, considerate che tutte le stelle della foto appartengono alla nostra galassia, meno appunto la supernova che invece sta in un’altra galassia (in un altro piccolo universo) a oltre 20 milioni di anni luce.
Vale a dire che non è scoppiata in agosto, ma oltre venti milioni di anni fa ! E adesso (nel nostro tempo) sarà straspenta (si fa per dire) visto che in questa fase parossistica dura solo un paio di mesi, per ridursi poi in una nana bianca o in un buco nero.
Non più parole, vi lascio l’immagine, sperando che vi arrivi il messaggio che contiene !


A supernova in M101 galaxy
 Here is the supernova blown up last august, a really extraordinary event, vital for the development of the life in the universe. Part of the components of human body, in fact, can be cooked only in a supernova.
Which actually is not a proper star but the burst of a very big one, induced by the peculiar processes in its inner core, due to its enormous mass and extremely high temperature.
What we see and call ‘supernova’ is, again, not properly an explosion as we commonly intend it, but rather an enormous radiation pulse, a burst flaming from the interior of the star and sending out as much energy as that the Sun is supposed to emit in its entire life.
The powerful shockwave pushes huge bulks of the matter synthesized in the star out in the space, where second generation stars might be fired up, such as the Sun, as well as planets rich of all the elements might be formed, such as the Earth.
An example of supernova remnant, gases and dust, is the Pickering, just in this blog.
These elements fly in the galactic space until, maybe, meeting other dust and gas clouds and, maybe, forming more stars which, maybe, losing waste matter forming planets where, maybe, millions of comets inseminate water and organic compounds, primitive amino acids which, maybe, make the life begin, at least as we know and define it, now.
All the ‘maybe’ stress out the basic mechanism, both causal and random, used by the universe, (or by who created it such!), for the creation, making oak falling hundreds of acorns to generate another oak and the human beings to send a hundred million tadpoles to meet and couple a single ovule.
The supernova appeared in the sky of august in M101 galaxy (NGC 5457), in the Ursa Major boundaries, quite close to eta UMA, a well known star still observable in the first evening.
Despite of the low quality of the 10 minutes shot, the flaming supernova is clearly observable at four o’clock, right at the basis of a weak stars triangle.
To get an idea of the explosion magnitude, calculate that all the stars belong to our Milky Way, but the supernova, which is in the M101 galaxy, at more than 20 ly away.
That means that the supernova didn’t flame last august but some 20 millions of years ago, accounting the same time for our Milky Way and the M101. The supernova now is certainly off its peak shot, considering that typically a supernova shines that way for a few weeks, afterwards decaying in a neutron star or a black hole.
No more words now, I leave the image hoping that its message may reach you !

domenica 16 ottobre 2011

Propeller Nebula - DWB111 (Cigno)




Specifiche
Ottica: Vixen Visac 8" f/9 con camera CCD QHY8 OSC e MZ5 in GFA
Montatura: Avalon Linear Fastreverse
Pose: 36x15m in Ha bin2 + 12x15m in OIII bin2 + 8x15m in RGB bin2
Guida con Guidemaster - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) m500asl - Ottobre 2011

Commenti
La Propeller è una nebulosa a emissione situata nel Cigno poco a NE della vasta regione nebulare della Butterfly (IC1318), intorno a gamma Cygni. Ha una pronunciata forma a elica ed è ben visibile nel sottofondo di idrogeno che la circonda. E’ una specie di oggetto misterioso, classificata solo in cataloghi particolari, come DWB111-MRSL479- Simeis 57.
Non ci sono ipotesi sull’origine della sua peculiare struttura, così come non è nota la distanza, né il meccanismo di brillanza. Si calcola che la sua massa totale sia molto ridotta, equivalente a poche diecine di masse solari.
In effetti è un oggetto debole, che ho ripreso durante più notti, anche a distanza di un mese, ricorrendo al binning 2 sia in Ha e OIII, sia ex-post in RGB. Questo ha migliorato la luminanza finale ma complicato non poco le compositazione dei colori: ne avrò fatte almeno una diecina. Qualcuna mi piace di più, qualcuna di meno. Qualcuna privilegia l’elegante forma a elica che a me, comunque, suggerisce più un cravattino a fiocco.
E’ un bell’oggetto comunque e magari meriterebbe una rivisitazione con maggior risoluzione.

Tech Specs
Lens: Vixen Visac 8" f/9 - Camera CCD QHY8 OSC with MZ5 in OAG
Mount: Avalon Linear ‘Fastreverse’
Pose: 36x15m in Ha bin2 + 12x15m in OIII bin2 + 8x15m in RGB bin2
Guide: Guidemaster – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) mt 500asl - October 2011
My comments
The Propeller Nebula, is an emission nebula in the constellation Cygnus, NE of Sadr, part of the much larger association of ionized hydrogen gas known as Butterfly nebula (IC1318). Its bright S-shaped curve makes it well observable in the surrounding hydrogen sea.
It is a rather mysterious object, classified in minor catalogues, DWB111, Simeis57, MRSL479. The origin of its peculiar structure is still completely unknown, as well as the nebula's distance and source of excitation are also undetermined. DWB-111 mass is believed to be quite low, probably less than a few tens of solar masses.
The Propeller is indeed week to the sensor, I took it during several separate sessions, making use of 2x2 binning in both Ha and OIII, as well as in RGB (extracted). That approach increased the strength but considerably complicated the combination of colours. I worked out, infact, at least ten different compositions, some agreable, some others questionable.
Although the peculiar propeller shape resembles to me more to a bow tie, this object is  worth to be published and even to be revisited making use of a higher resolution camera.

sabato 15 ottobre 2011

NGC 896/IC 1795 - Cassiopea



Specifiche
Ottica: Vixen Visac 8" f/9 con camera CCD QHY8 OSC e MZ5 in GFA
Montatura: Avalon Linear Fastreverse
Pose: 14x20m in Ha + 10x20m in OIII + 5x20m in RGB
Guida con Guidemaster - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) m500asl - Ottobre 2011

Commenti
Quando ho deciso di mostrare le mie foto in un blog mi sono anche ripromesso di metterci anche quelle che mi sembravano meno riuscite, per mostrare quello che riesco a fare !
E’ proprio il caso di quest’oggetto, la parte estrema superiore della Hearth Nebula, che mi aspettavo di riuscire a rendere più vivace e luminoso e anche con maggior dettaglio.
La IC 1795 è regione di formazione stellare, parte di una vasta regione nebulare denominata W3, situata nel braccio di Perseo della nostra galassia a circa 6 kyl, nella costellazione di Cassiopea, vicinissima alla Hearth Nebula (IC 1805) dalla quale è classificata separatamente.
Al suo interno contiene una zona nebulare più accesa, catalogata come NGC 896, circondata da nuvole irregolari, come ciuffi di rami e cespugli di polveri scure che oscurano altre parti della nebulosa.
Ripresa in diverse notti, in seconda serata per aspettare che Cefeo culminasse, sempre col Visac e la fida Linear, guidando con la MZ5 e Guidemaster, non ho avuto problemi o sorprese. Ma, di nuovo, durante il processo Nebulosity ha allineato male costringendomi a ricorrere a PixInsight. Poi anche la compositazione non mi è piaciuta, ho dovuto correggere colori strani e non sempre mi è riuscito bene.
Anche se credo che l’oggetto non sia facile, devo dire quindi che speravo uscisse di più e meglio, considerando anche le circa 10 ore complessive di ripresa. Se penso a quando in 10 ore facevo almeno 3 oggetti e mi sembravano pure belli, forse perché mi divertivo un sacco a fare ‘hopping’ nel cielo e non mi veniva mai sonno !
Probabilmente una camera con maggiore risoluzione e sensibilità della mia Q8 mostrerebbe un dettaglio maggiore, ma il risultato comunque non è male, rende l’idea dello scenario e per questo lo voglio mostrare !

Tech Specs
Lens: Vixen Visac 8" f/9 - Camera CCD QHY8 OSC with MZ5 in OAG
Mount: Avalon Linear ‘Fastreverse’
Exposure: 14x20m in Ha + 10x20m in OIII + 5x20m in RGB
Guide: Guidemaster – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) mt 500asl - October 2011

My comments
When I moved to publish my astroshots on a blog, I intended to show fairly just what I can do, almost independently of the quality of the results. This is now the case of this image, the northwestern corner of the Hearth Nebula, that I expected to come out better, brighter, with more details and colours.
The nebula IC 1795 is part of a wider nebular region, known as W3, situated in the Perseus Arm in a star formation region, some 6 kly away, while the very brightest part of it is separately classified as NGC 896, surrounded by dark clumps and bushes of cosmic dust hiding minor bright regions of the nebular complex.
I worked it out during several nights, since I waited for Cepheus crossing the meridian, with my usual Visac and Linear mount, guided by Guidemaster through the small MZ5 CCD camera, without relevant problems.
But, again, I found troubles in aligning with Nebulosity and I had recourse to PixInsight aligning process. And I couldn’t manage satisfactorily the colours, I couldn’t realize why !
Although I believe this object is not easy, I hoped it to come out more and better, also accounting for the some 10 hours of exposure, which remind to me when in that time interval I used to shot 3 objects at least and I liked it too, perhaps because hunting in the sky was so appealing and I was never sleepy !
Very likely a camera with higher resolution and sensitivity than my QHY8 could do better, but, frankly speaking, this image is not bad, as it gives a faithful picture of the scenario. That’s why I like to show you !



venerdì 14 ottobre 2011

Wizard Nebula (NGC7380 - Cefeo)




Specifiche
Ottica: Vixen Visac 8" f/9 con camera CCD QHY8 OSC e MZ5 in GFA
Montatura: Avalon Linear Fastreverse
Pose: 21x20m in Ha + 9x20m in OIII + 9x20m in SII + 6x20 in RGB
Guida con Guidemaster - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) m500asl - Settembre 2011

Commento
Ho fatto questo bellissimo oggetto, durante il felice scampolo di estate a cavallo tra settembre e ottobre, sempre dalla mia postazione di Monsampietro (AP).
NGC7830 è un ammasso aperto situato a circa 7kly al confine Est di cefeo, in prossimità della zeta Cep, quasi simmetrico alla più nota IC1396. Le sue giovani stelle energetiche infiammano il gas nativo disegnando una nebulosa estesa per oltre 100 Mly, ricca di ripide montagne di gas e polveri, dove si può anche notare una ‘bubble’ nascente. Una scenografia drammatica, illuminata dalla fornace cosmica da sotto le cortine di polveri scure.
Riprenderla è stato facile e gradevole, durante circa tre notti, tiepide e asciutte con magnifico cielo scuro. Buona la guida, stabile al solito la montatura Linear, qualche interferenza radio che non ha però lasciato segni.
Qualche problema ho avuto invece con la compositazioni di tante pose diverse.
Oltre a inediti capricci di Nebulosity nell’allineamento, che ho dovuto rifare con PixInsight insieme all’amico Stefano, mi sono trovato di fronte a una grande varietà di colori, non sempre e del tutto governabili, verosimilmente frutto dei vari filtri: V3, Ha, OIII e SII.
La mia scarsa esperienza ha fatto il resto dando luogo a numerose versioni finali, molte comunque belle e di buona qualità, con le più varie sfumature di colori. Credo che ne pubblicherò qualcuna in seguito, a testimonianza che il colore di questi oggetti è in buona parte una nostra interpretazione di ciò che nessuno può andare a controllare !
Sono soddisfatto, comunque, l’oggetto mi piace e non credo che con la mia Q8 si possa vedere molto di più, a meno di andarci ancora più dentro nei dettagli con qualche specchio di qualità. E non è detto che prima o poi non lo farò !

Tech Specs
Lens: Vixen Visac 8" f/9 - Camera CCD QHY8 OSC with MZ5 in OAG
Mount: Avalon Linear ‘Fastreverse’
Exposure: 40x20m in Ha + 9x20m in OIII + 9x20m in SII + 6x20 in RGB
Guide: Guidemaster – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monsampietro (AP) (42°54’ N/13°30’ E) mt 500asl - September 2011

My comments
I took this beatiful object during the lucky week of spare September and October start, from my site in the Italian Marche region.
NGC7380 is an open cluster located at some 7 kly distance, in the eastern Cepheus borders, close to zed Cep, almost symmetrically to the better known IC 1396. The radiative wind of many young energetic stars makes the natal gas glow into mountainous ridges of gas and dust, drawing a nebula extending along more than 100 Mly.
The darkest parts of this image are foreground clouds of dust thick enough to extinct the light beyond them. Even a bluish bubble of gas can be noted, where a Wolf-Rayet star is likely beginning to blow a bubble!
Acquiring lot of shots has been quite easy during some three warm and dry nights, under a really dark sky. Good the guide, stable, as usual, the Linear mount, some radio noise not relevant to the final images.
However, some problems have arisen in composing such a variety of shots, likely because of several filters: UHC, Ha, OIII and SII, starting from some aligning errors by Nebulosity that required my friend Stefano helping me with PixInsight aligning procedures.
My scarce skill in managing so many true and false colours required a couple of days in processing shots, producing a quantity of images, many of which, however, of good quality, with a large variety of colour gradations.
May be I will show some later on, to remind that colours in these cases are to some extent the personal interpretation of what nobody can really witness.
What above notwithstanding, I am happy with the result, also considering that no much better can be done with QHY8 because of its limited resolution, unless going deeper into details with a longer, high performing mirror.
That's just what may be I’ll do in future.