sabato 29 settembre 2012

Dettaglio nel Pellicano (IC5070 - Cigno)






Specifiche
Ottica: Vixen Visac 1800 f/9 - CCD QHY8 OSC - Guida fuori asse MZ5
Montatura: Avalon Linear
Pose: 4x30m RGB + 8x30m Ha
Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monsanpietro (AP), settembre 2012
Note
Qui non c’è molto da dire, l’ho detto e l’ho fatto. Non mi riesce quasi mai, ma stavolta si !
Sono stato a fare la sessione della luna di settembre nella mia stazione di Monsampietro. Il tempo è stato buono variabile, alternando umidità al vento teso da nord, nuvoloni a cieli sereni, specie di notte.
Insomma, tra ore rubate alle nuvole e notti serene ho fatto tre oggetti, tra i quali questo dettaglio della Pelican, proprio come avevo minacciato nel post precedente, quando avevo presentato il gruppo NordAmerica-Pellicano.
Questo quadro particolare sta proprio alla base del collo reclinato del pellicano, sulla cresta luminosa, spartiacque di due ripide pareti di idrogeno, dove sono andato a cercare incuriosito proprio da quella luce.
E l’ho scelta perché affascinato da quella materia in espansione, quei getti di gas e polveri, verosimilmente culle di stelle nascenti, eruttate dalle enormi bolle rese incandescenti da chissà quante e quali giovani stelle.
Come anche le scure nuvole di carbone che scivolano lungo i fianchi di quella parete, sospinte dal vento stellare delle potentissime radiazioni ultraviolette. E quel pistillo, come di un fiore di fuoco, a testimoniare che la natura è intimamente frattale e per creare usa sempre gli stessi meccanismi, le stesse geometrie, apparentemente casuali.
L’ho fatta in due notti non consecutive, il colore all’inizio, quando il Cigno era alto, poi l’Ha fino a dopo le 4, perché il mio cielo ovest è scuro, non ci sono luci, né prima, né dietro il profilo dei magici Sibillini. Ma c’era acqua nell’aria quelle notti e anche forse la sabbia dell’alta pressione africana.  Fatto sta che le pose Ha valevano poco e non hanno dato un buon contributo. O forse hanno disturbato i toni del colore, forse la luce del PC entrava dalla ruota porta filtri. Tant’è, ma non è male dopotutto e rende l’idea del fuoco che illumina le nebulose.
Chissà, comunque, alla prossima luna il Cigno è ancora altino e qualche posa interferenziale in prima serata potrebbe migliorare il quadro. Chissà !!


Tech Specs
Lens: Vixen Visac 1800 f/9 – CCD QHY8 OSC – Off-axis guide with MZ5
Mount: Avalon Linear
Exposure: 4x30m RGB + 8x30m Ha
Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monsanpietro (AP), september 2012
My Notes
There isn’t much to tell this time, what I planned, that I did. It quite rarely happens to me, but this time I did !
I have been to my station in Monsanpietro for the September new moon. The weather was variable, humid air following fresh northern winds, from cloudy to clear skies, most in the nights, thankfully.
So, during extemporary hours and clear nights I made three objects, among which the detail I’m posting now of the Pelican nebula, just what I said I was seeking for when I presented the North American-Pelican group in my previous post.
This particular picture just underlies the bent neck of the Pelican, on the bright crest, the divide of two steep hydrogen walls, where I went hunting intrigued just by that light. That I choose, captivated by that exploding matter, those springs of gases and dust, likely the cradles of new stars, ejected by the giant bubbles excited by who knows which and how many young stars.
As well as the dark coal clouds sliding down those faces, driven by the stellar wind generated by the powerful ultraviolet radiation. And that pistil, like a fire flower, witnessing how nature follows indeed a kind of fractal model for creation, with always the same mechanisms, the same geometries, only apparently casual.
I made it during two consecutive nights, the colour shots first when the Cygnus was still well up, then the Ha line, till four o’clock and over, since my western sky is dark, no lights are before and behind the magic Sybil mountains. But there was too much water in the air, plus maybe the sand brought from Africa by the high pressure, so the Ha contribute resulting weak, even dirty. Perhaps the colour features was polluted, may be even my PC screen light entering though the filter wheel. But that the result is, not so bad, rendering enough the fire lighting the nebula.
Who knows, however, at the next new moon the Cygnus will be still high in the early night for some interferential shots to allow improvements. May be !!

 

venerdì 14 settembre 2012

Nebulose Nord America e Pelican (NGC7000 - Cigno)





Specifiche
Ottica: Canon 200 f/4 - CCD QHY8 OSC - Guida parallela MZ5 con K3
Montatura: Syntha HEQ5
Pose: 4x15m RGB + 8x15m Ha
Acquisizione e elaborazione con Nebulosity
Sito: Pian della Carlotta (RM), settembre 2009 – Alpenhof (AU), luglio 2009

Note
Prima che tramonti voglio fare un omaggio a uno degli oggetti più fotografati del cielo: il gruppo delle nebulose NordAmerica e Pellicano, nella costellazione regina dell’estate e della Via Lattea: il Cigno, la nostra Croce del Nord.
Questo complesso nebulare, tra i più grandi del cielo estivo, deve il suo nome alla sua somiglianza con il continente nord-americano. Scoperto alla fine dell’800, comprende appunto due nebulose ad emissione, la cosiddetta Nord America sulla sinix, NGC 7000, e sulla dex la meno luminosa Nebulosa Pellicano, IC 5070, separate da una nube molecolare piena di polveri oscure, la LDN 935.
La Nebulosa Nord America si trova a circa 3° a Est di Deneb, appena fuori della croce, in piena Via lattea, a circa 1800 anni luce di distanza, estesa per 4 gradi quadrati, circa 10 volte la grandezza della Luna.
Fa parte, insieme alla Pelican, del complesso di gas e polveri noto come Fenditura del Cigno, composto da nubi stellari luminose e oscure e da nebulosità diffusa, polveri e gas eccitate da stelle vicine, che oscura appunto il mare di stelle della Via Lattea sul quale il Cigno galleggia. Si tratta quindi di una vasta nebulosa ad emissione divisa in due parti principali e altre minori da nebulose oscure, bande di polvere interstellare che assorbono la luce delle stelle e della nebulosa disegnandone la forma come la vediamo. La distanza del complesso nebuloso non è conosciuta con certezza, né è nota la stella che è responsabile della ionizzazione dell'idrogeno. Probabilmente le stelle che la illuminano della luce rossastra dell’ Ha sono nascoste proprio dietro la nuvola di polveri.
A causa della sua estensione la sua luminosità è debole e non può essere vista a occhio nudo. Sotto un cielo molto scuro, con un binocolo a grande campo appare come una macchia nebbiosa di luce, una condensazione nella Via Lattea. Con telescopi sui 10 cm e un filtro UHC comincia a mostrare una struttura, più evidente in un 20 cm, dove però è impossibile osservarla per intero. La sua forma particolare, e soprattutto il suo colore rossastro (dalla riga di emissione Hα), sono visibili solamente nelle fotografie dell'area.
La Nebulosa Pelican, detta così per la sua forma che ricorda il collo reclinato di un pellicano, è una nebulosa a emissione HII, che si estende per circa 30 anni luce, caratterizzata dalla intensa emissione ultravioletta da parte di stelle massive nascoste dalla nube di polveri che permea la regione. La radiazione ionizza parti della nube molecolare mentre erode e fa evaporare altre parti della regione nebulare. Parti di questa ad alta densità di materia sotto l’intenso bombardamento ultravioletto si trasformano in lunghi e densi pilastri che emettono getti di gas visibili ai bordi della nube principale. Si tratta dei gas residui del processo di formazione di nuove stelle all’interno dei globuli di polveri residui. L’intensa attività di formazione di stelle è nascosta dalla nube di polveri ma appare chiaramente nelle immagini all’infrarosso.
Il complesso culmina intorno a metà agosto e si può riprendere da giugno a settembre, per intero con un 200mm o un 300mm. La sola NGC7000 si fa con un 500-600mm, la Pelican, più piccola, con focali fino a 1000. 
L’ho ripresa la prima volta a Fonte Vetica col Canon 300 battezzando i rossi superbi della mia QHY8. Ho fatto il colore col Canon 200 a Pian della Carlotta in un ritaglio di serata, mentre l’Ha è frutto dell’incredibile cielo austriaco. 
Si può fare di meglio naturalmente, magari in Ha con maggior risoluzione, ma preferisco tentare lo studio di particolari, specie nella Pelican, magari proprio ora, prima della fine dell’estate. Ci vado domani !


Tech Specs
Lens: Canon 200 f/4 – CCD QHY8 OSC – Parallel guide MZ5 by K3
Mount: Syntha HEQ5
Exposure: 4x15m RGB + 8x15m Ha
Acquisition and processing: Nebulosity
Location: Pian Carlotta (RM), september 2009 - Alpenhof (AUT), July 2009

My Notes
Before it sets down, I like to pay a tribute to one of the most pictured objects in the sky: the North America and Pelican nebulae in the constellation Cygnus, the summer queen of the Milky Way, our Northern Cross.
That nebular complex, one of the largest in the summer sky, takes its name from its resemblance to the north-America continent. Discovered in the latest decade of the nineteenth century, is formed by two bright nebulae: the so called North America on the left (NGC7000) and the Pelican nebula, to the right (IC5070), separated by a dense dark dust molecular cloud, the LDN 935.
The North America nebula lies some 3° from Deneb just out of the cross, in the depths of the Milky Way, about 1800 light years apart, extending for a four sqdeg area, about ten times the Moon. As well as the Pelican, it is part of the dust and gases complex known as the Cygnus cleft, composed by both bright and dark star clouds , by diffused nebulosity, dust and gases excited by the stars nearby, which hides the Milky Way ocean of stars where the Cygnus stays afloat. The objects is then composed by a large bright nebula body divided in two parts plus a few minors by dark nebulae and curtains of interstellar dust absorbing the stars light such to profile the nebula as we see it. The distance of the nebular complex is not certain, as well as the star responsible for the hydrogen ionization is not individuated. Very likely the stars flushing the North America with the red Ha light stay hidden just behind the dust cloud.
The North America cannot be observed by naked eye because of its week brightness due also to the wide extent.
Under a very dark sky it appears as a foggy stain to a wide aperture binoculars, like a spot where the Milky Way is a bit more condensed. Using one 10 cm telescope and an UHC filter its profile can be observed, much better with a 20 cm aperture, where however it cannot be seen whole. Its peculiar shape and its brilliant red (from the Ha emission line) can be clearly seen only by photography.
The Pelican nebula, so called for its shape recalling the bowed neck of a pelican, is a bright nebula emitting in the HII line, extended for about 30 light years and characterized by the very strong ultraviolet emission by massive stars hidden into the dust clouds spread all over the region. The radiation ionizes some parts of the molecular clouds, whilst other parts are evaporated and worn away. That intense ultraviolet bombing makes some fractions of the cloud grow up into the characteristics long pillars emitting gas at the edge of the main cloud. The pillars are the gases resulting from the formation of new stars within the residual dust globules. That intense star forming activity, hidden by the dust cloud, is instead clearly visible in the infrared pictures.
The complex culminates at mid-august, being then visible from June to September, the whole at 200mm or 300mm focal length, while the North America fits into no longer than 600 mm and the Pelican up one meter focal length.
I made it first at Fonte Vetica with the Canon 300, baptizing the superb reds of may QHY8. The colour was pictured with the Canon 200 at Pian Carlotta in a spare corner of the night, while the Ha was taken under the astonishing Austrian sky.
It can be improved of course, likely with longer Ha and higher resolution, but I think I’ll go into internal samples, in the Pelican in particular, maybe just in the coming nights, before the summer ends. I’m just leaving !

mercoledì 5 settembre 2012

Nebulosa CED 214 (S171 - Cefeo)





Specifiche
Ottica: Vixen Visac 1800 f/9 - CCD QHY8 OSC - Guida fuori asse MZ5
Montatura: Avalon Linear
Pose: 9x20m RGB + 20x30m Ha
Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monsanpietro (AP), agosto 2012
Note
Questa è l’altra foto che ho fatto nelle belle notti d’agosto, tra una esplorazione e l’altra.
L’oggetto è particolare e obiettivamente raro, si tratta della cosiddetta Cederblad o CED214, nota anche come Sharpless 171, la bella nebulosa a emissione che fa da timpano al grande orecchio della NGC7822 in Cefeo, ai confini con Cassiopea. La trovate su questo stesso blog, all’inizio di quest’anno, in doppia versione, a 200mm e 300mm, insieme alla NGC7822, appunto.
La CED214 fa parte del complesso nebuloso molecolare di Cefeo, una vasta regione di formazione stellare ricca di nubi molecolari giganti e di associazioni di stelle blu, giovani e brillanti, situato nel braccio di Orione ma visto dalla Terra nella direzione, appunto, della costellazione di Cefeo. Una regione ricca di polveri che per primo fu notata dall’immancabile Hubble, che in questa regione della Via Lattea non riusciva a trovare le sue amate galassie.
Il complesso è formato da più strutture distinte e differenti che contengono un gran numero di nebulose, molte delle quali legate a grandi associazioni OB, ammassi stellari di recente formazione con  decine di stelle massicce di classi spettrali O e B. Queste stelle blu, giovani e calde si formano assieme alle nubi molecolari giganti, il cui gas residuo viene spazzato via dal vento stellare delle stelle appena formate, le più grandi e luminose delle quali esplodono come supernove entro pochi milioni di anni. (Una buona dritta quindi: con un po’ di pazienza e tanta salute, la scopriamo anche noi una supernova !!)
CED214 appartiene al sottogruppo OB4, scoperto molto di recente insieme all’ammasso aperto Berkeley 59, come una regione a forte emissione, composta da ben 42 giganti blu, formate da pochi milioni di anni a circa 3000 anni luce. Come dire: l’altro ieri, qua vicino !
L’oggetto è indubbiamente scenico, ricorda la Nebulosa Aquila (M16), come tanti altri scenari, più piccoli e meno famosi dove si formano quegli sbuffi di polveri e gas che poi diventano ‘pillars’ e poi si dissolvono disgregati dal vento solare delle stessa stelle che si sono formate nel loro interno.
Secondo un mio amico spiritualista (che poi sarei io) quelle sono entità, anime che sbocciano, sfuggono a chissà quale inferno di gas e polveri, per volare versò chissà quale luce. Questo mi conferma che l’inferno dove sto non è poi così brutto !
L’ho ripresa in tre notti di bel cielo scuro e asciutto, intercalate da scappatelle esplorative su altri oggetti. Il soggetto non è facile, però il dettaglio nella foto è buono grazie alle 10 ore di Ha, in binning 1 naturalmente.
Sul colore avrei molto da dire, in rete ne ho viste poche, tutte a focali più corte e con il rosso intenso dell’ HI. Forse perché la regione è dominata dall’HII, ma a me il rosso esce poco e neanche mi piace. Ne ho fatte diverse versioni e chissà quante altre ne farò. Sarà che non si può fare un salto a vedere qual’è il colore reale, ma ho preferito una palette inedita al doppio idrogeno, in luminanza e sul rosso, con il rosso sul verde e il verde sul blu, senza ritocchi, che mi piace e magari è proprio quello vero !
Comunque, l’oggetto è bello, ben riuscito e lo scenario davvero impressionante, una delle foto migliori che ho fatto.
La dedico a mia figlia Luciana che sabato va sposa e che da piccola qualche volta per addormentarsi mi chiedeva una favola, che poi neanche ascoltava.
Spero che le piaccia questa di favola, dipinta con amore e pazienza, mentre lei dormiva.


Tech Specs
Lens: Vixen Visac 1800 f/9 – CCD QHY8 OSC – Off-axis guide with MZ5
Mount: Avalon Linear
Exposure: 9x20m RGB + 20x30m Ha
Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monsanpietro (AP), august 2012

My Notes
This is the second picture I made during those happy nights in august, between the exploration of new objects.
The object is somehow special and rather rare, named Cederblad or CED214, aka Sharpless 171, the beautiful bright nebula looking like the eardrum of the large ear NGC7822 in Cepheus, close to Cassiopeia borders. It can be also seen in this blog as one of the first post this year, just together with the NGC7822. 
The CED214 nebula is part of the molecular nebular complex of Cepheus, a star-forming large region very rich of giant molecular clouds and clusters of blue and bright stars, located in the Orion arm but seen from the Earth towards the Cepheus constellation. A region very rich of dust, individuated by the unfailing Hubble, who couldn’t find any of his beloved galaxies through that region of the sky.
The complex is formed by several distinct and different structures comprising an high number of nebulae, many of which linked to OB associations, star clusters recently formed with massive stars with spectral classes O and B.
These blue and hot stars are formed together with the giant molecular clouds, where the residual gases are swept away by the wind of the newborn stars, the biggest of which will blow up as supernovae within a few millions years. (That’ really a good tip: with a bit of patience and a lot of health, we too could discover a supernova !)
The CED214 is part of the OB4 subgroup, discovered quite recently together with the open cluster Berkeley 59, as a strong emission region composed of a good 42 blue giant stars, formed just few millions years ago, some 3000 light years apart. That is to say: yesterday and just round the corner !
The object is undoubtedly scenic, it resembles to the Eagle Nebula (M16), like many other sky landscapes, smaller and less widely known, where those incredible puffs of gases and dust arise and turn into ‘pillars’, to fade away afterwards, broken up by just the same stars born inside them.
A friend of mine, a spiritualist (that’s me!), says that those puffs are entities, souls blooming, escaping from who knows which hell of burning gas and dust and flying towards who knows which heaven. This suggests that the hell where we’re living for the time being is not so bad !
I have pictured it during three nights with dark and clear sky, stuffed with some escapades on other objects. The scene is not easy indeed, but the detail is good, thanks to 10 hours of Ha exposures, binning 1 of course !
As far as the colours are of concern, I would argue for a long, I found few examples on the net, all at shorter focal lengths markedly red. May be because the region is dominated by the HII emission, but I didn’t get a good red, nor I liked it. I have processed several versions and many others I will do, probably.
Considering that to take a leap there to verify the ‘true’ colours is a bit complicated, I have chosen a special ‘palette’ with a double hydrogen, on luminance and red, red on green and green on blue, without any corrections. I like it, may be it is the actual one !
The object is beautiful, however, well processed and the scene really impressive, one of my best pictures, indeed.
So, let me dedicate it to my daughter Luciana, who is going to marry next Saturday. 
When she was a child, sometimes at bedtime she asked me for a tale, which she didn’t even hear, falling asleep before.
Let me try with this picture, as a special fairy tale that I told when she was sleeping !