martedì 1 maggio 2012

Dumbbell Nebula (M27 - Vulpecula)





23 – Dumbbell Planetary Nebula (M27 - Vulpecola)

Specifiche
Ottica: ZEN MkGregory 3000 f/12 - CCD QHY8 OSC - Guida fuori asse Philips 900
Montatura: Losmandy G11
Pose: 6x10m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Passo del Diavolo (AQ), agosto 2009

Note
Una particolarità di questa nebulosa planetaria è che, al contrario degli altri oggetti, osservandola non si osserva solo il passato, ma anche il futuro, perché questo sarà lo stato del nostro Sole tra pochi miliardi di anni.
M27 (NGC 6853) è piuttosto facile da localizzare, nella costellazione della Vulpecula, circa tre gradi a nord della gamma Sagittae, abbastanza alta, visibile anche con un binocolo se la notte è buia e limpida. Il periodo per la sua osservazione è compreso fra giugno e novembre.
E’ ricca di soprannomi che si rifanno alla sua forma simile a una clessidra a causa dei due grossi lobi brillanti, che la fanno assomigliare anche a un manubrio da ginnastica o a un torsolo di mela, da cui i suoi nomi inglesi Dumbbell o Apple Core Nebula. Tra gli astrofili è più nota col suo numero di Messier (M27), la prima nebulosa planetaria mai scoperta, nel 1764, seconda in dimensioni solo alla Helix (NGC 7293, in Acquario), meno brillante proprio perché più estesa. Ha magnitudine apparente 7,4, diametro apparente di 8 arcmin, un'età stimata di 10000 anni e dista dalla Terra 1360 ly circa. Al solito, i dati di distanza e di età vanno considerati indicativi.
Nonostante il nome, comunque, una nebulosa planetaria non ha niente a che vedere coi pianeti. Furono chiamate così perché ai primi telescopi dei primi scopritori non apparivano come stelle, ma piuttosto come piccoli oggetti sfumati e poco brillanti, più o meno come Urano e Nettuno, anche se proprio pianeti non sembravano.
Le nebulose planetarie sono in realtà gusci di gas liberati dalle stelle alla fine della loro vita quando il loro carburante nucleare si è esaurito. Le stelle allora espellono gran parte della loro massa formando appunto un guscio gassoso, che viene illuminato dal nucleo rimasto della stella originale. Questo è il normale processo finale di una stella e anche il Sole lo subirà entro pochi miliardi di anni. Le nebulose planetarie comunque non durano a lungo, perché i gas si espandono e diventano invisibili, mentre la stella centrale diviene una nana bianca.
L’ho ripresa una notte di agosto al rifugio del Passo del Diavolo, poco prima di Pescasseroli, la prima volta che usavo lo ZEN, sulla G11 che lo reggeva a fatica, la prima volta che guidavo in fuori asse, per di più con una semplice webcam e con qualche nuvoletta che faceva perdere la guida. Un mezzo miracolo, insomma ! Tant’è che sono riuscito a fare solo poche pose.
Naturalmente ci riproverò, spero proprio l’estate che arriva, nella mia nuova stazione fissa, con la stessa ottica ma con una camera migliore e tante lunghe pose, in chiaro e filtrate, perché questo oggetto è davvero ricco di dettagli interni molto interessanti.



Tech Specs
Lens: ZEN MkGregory 3000 f/12 - Camera CCD QHY8 OSC – Guide Off Axis Philips 900
Mount: Losmandy G11
Pose: 6x10m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Passo del Diavolo (AQ), august 2009

My Notes
A curious peculiarity of this planetary nebula is that, unlike the other objects, it doesn’t show only the past time, but also the future, since that is just the status that our Sun will reach, in a few billion years.
M27 (NGC 6853) is rather easy to find in the constellation Vulpecula, some three degrees north of gamma Sagittae, it's rather high and can be observed even with a binocular in a dark and clear sky. The best period for observing M27 goes from June to November
M27 is rich of nicknames referring to its shape similar to an hourglass because of its big bright lobes that make it resemble to a gym dumbbell or also to an apple core, hence its names Dumbbell or Apple Core Nebula. The astroimagers know it simply with its Messier number (M27), the first plametary nebula in 1764, second in size only to the Helix Nebula (NGC 7293, in Aquarius), less brilliant just because larger. Its apparent magnitude is 7.4, with an apparent diameter of 8 arcmin, an estimated age of 10000 years, some 1360 ly apart from the Earth. As usual, distance and age should be taken as a rough guide.  
Despite their name, planetary nebulae have nothing to do with planets. They were named originally because their discoverers observed them visually and they did not appear as stellar point sources, but rather as small diffuse objects that resembled the outer planets in our solar system such as Uranus and Neptune seen with a telescope.
Planetary nebula are shells of gas shed by stars late in their life after using up all of their nuclear fuel. The star then ejects a significant portion of its mass in a gaseous shell, which is illuminated by its extremely hot central star, which is just the core left from the original star. This a normal process for stars in a late period of their life which also our sun will undergo in a few billion years. Planetary nebulae do not last long, the shell of gas expands and diffuses becoming invisible and the star turns into a white dwarf.
I pictured M27 during a midsummer night, at the Passo del Diavolo refuge, nearby Pescasseroli, my first time with my ZEN, on the G11 which hardly could carry it, moreover my first time in OAG , with a simple webcam and with some clouds making continuously loose the guide. A quasi-miracle, in short ! That's why I took only few shots.
Of course I’ll try again, I hope just in the coming summer, from my new site, with the same tube but with a better camera and many long exposures, direct and with filters, since this object is really rich of very interesting details.

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