domenica 26 agosto 2012

Nebulosa Aquila (M16 - Coda del Serpente)





Specifiche
Ottica: Vixen Visac 1800 f/9 - CCD QHY8 OSC - Guida fuori asse MZ5
Montatura: Syntha EQ6
Pose: 8x10m RGB + 6x10m Ha
Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Monte S.Giovanni Campano (FR), agosto 2010

Note
Come il precedente, anche questo è un post particolare. Reduce da una splendida sessione di serate estive, la luna di agosto è stata intensa di esperimenti e proficua di risultati, avevo un proposito vecchio di un paio di anni almeno: fare la Nebulosa dell’Aquila coi 10” e i 3 metri dello ZEN. Poi dopo diverse prove ho capito che forzare quest’ottica, grande nell’alta risoluzione quanto lenta sul profondo cielo, mi avrebbe richiesto troppo tempo, che avrei potuto impiegare col più veloce VISAC su nuovi oggetti. Inoltre da qualche scatto ho anche visto che il quadro non era poi così più grande, 3 m contro 1,8 m, e che per andare veramente dentro quelle magiche stalagmiti ci voleva ben altro, non dico Hubble, ma almeno 5 m e a non più di f/10. Tanto valeva croppare quello che avevo ripreso col fido VISAC nell’estate di un paio di anni fa a casa del mio amico Stefano in Ciociaria. E’ quello che vi presento.
La Nebulosa Aquila (nota anche come M 16 o NNGC 6611) è una grande regione H II nella Coda del Serpente,  formata da un giovane ammasso aperto associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato, catalogata come IC 4703. La sua distanza, più incerta del solito, è di circa 6000 anni luce dalla Terra, nel mezzo del Braccio del Sagittario.
M16 contiene formazioni rese celebri dall’occhio di Hubble, i cosiddetti Pilastri della Creazione, le lunghe colonne di gas oscuro originate dal vento stellare delle stelle dell'ammasso centrale, estese per molti anni luce, con le le immense ali che danno il nome alla nebulosa. L'ammasso è composto da un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti; la loro età tipica è di appena 2-3 milioni di anni, un millesimo cioè dell'età del nostro Sole.
Davvero impressionanti sono quegli enormi filamenti di gas denso che racchiudono al loro interno stelle in formazione e che vengono modellati, illuminati e lentamente consumati proprio dalla luce ultravioletta che proviene dalle brillanti stelle appena nate e che formano l’ammasso chiamato NGC 6611. All’interno ci sono gli embrioni di prossime stelle che usciranno dalla loro “placenta” di gas denso e scuro quando la luce ultravioletta delle stelle vicine avrà sgretolato e soffiato via queste incredibili stalagmiti gassose. Tra pochi milioni di anni, un battito di ciglia cioè nello spazio-tempo dell’universo, le colonne di gas saranno sparite e le nuove stelle si uniranno alle compagne che adesso le stanno aiutando a nascere.

Tech Specs
Lens: Vixen Visac 1800 f/9 – CCD QHY8 OSC – Off-axis guide with MZ5
Mount: Syntha EQ6
Exposure: 8x10m RGB + 6x10m Ha
Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Monte S.Giovanni Campano (FR), august 2010

My Notes
Similarly to the previous post, the present one is somehow special. Back from a great sessions of summer nights, when the august new moon brought plenty of experiments and good results. Imaging the Eagle Nebula with the 10” and 3 metres of my ZEN was one of my oldest purposes, but I realized that to force that tube, great for high res but slow and dark to deep sky imaging, would take a lot of my precious night time. Some preliminary shots have also shown that the focal length was no such to go really in depth into those incredible gaseous stalagmites, where a 5 metres, f/10 optic at least would be required.
Consequently, I turned my mind to use a cropped version of the shots taken a couple of years ago at the summer house of my friend Stefano in Ciociaria. That’s what I do and show here.
The Eagle Nebula, aka M16 or NGC6611, is a large H II region in the Snake Tail, where a young open cluster feeds a ionized hydrogen bright nebula, classified as IC4703. Its distance from us is particularly rough, estimated as 6000 ly, in the medium  Sagittarius Arm.
Just in the centre of M16 the Hubble eye took the famous pictures of the Pilars of Creation, long dark gases columns formed by the stellar wind of the central cluster, extending for several light years with the immense wings that give the name to the nebula. The cluster is formed by many blue supergiant stars, very hot and bright, born some 2-3 million of years ago, that is one thousand times younger than our Sun
Really impressive indeed are those huge and dense gaseous filaments which hide the new born stars and are modelled, light up and slowly burnt down by the ultraviolet radiation of the bright stars, just born up in the cluster (NGC6611). Inside the pillars the ‘embryos’ are of the new stars which will grow up from that dark gaseous ‘placenta’ as soon as the ultraviolet light of the closest stars will crumble and blow off those amazing stalagmites.
Within a few millions years, that’s more or less a blink in the space-time scale of the Universe, the gas pillars will disappear and the newborn stars will join the companions which are presently helping them to spring up.