sabato 26 novembre 2011

Nebulosa California (NGC 1499)




Specifiche
Ottica: Canon 300 – Canon 20Da - Guida parallela Philips 900
Montatura: Synta HEQ5
Pose: 4x20m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Utility Canon  - Elaborazione con K3
Sito: Vulci (VT) – Novembre 2007

Note
La California è una nebulosa a emissione nella costellazione di Perseo, chiamata così perché la sua forma, nelle fotografie a lunga esposizione, ricorda appunto la penisola californiana. Lunga circa 2,5°, si osserva nella parte meridionale della costellazione e fa parte del braccio di Orione della Via Lattea, come il nostro Sole, a circa 1500 anni-luce di distanza.
Nota come NGC 1499, è una tipica nebulosa a emissione, lunga 100 anni-luce, accesa dalle radiazioni di Xi Persei, la stella di classe O ben brillante nella foto. Questa stella, chiamata Menkhib, ha circa 40 volte la massa del Sole ed emette 330 mila volte la sua radiazione. Fa parte di un gruppo di stelle, formatesi dalla stessa California soltanto pochi milioni di anni fa, che illuminano ed eccitano la nebulosa attraverso il classico meccanismo della emissione in ‘H alfa’. Il chiarore della nebulosa deriva infatti dall’idrogeno che viene eccitato proprio dalla radiazione ultravioletta della stella in uno stato superiore, dal quale decade rapidamente emettendo la caratteristica radiazione a 656 nm, nota appunto come luce H alfa. Le nebulose a emissione funzionano quindi come immensi convertitori di frequenza dell’energia radiativa dell’Universo !
Il nome arabo Menkhib sta per clavicola o spalla, delle non lontane Pleiadi, credo.
Questo fa riflettere su come doveva essere il cielo nel buio di tanti secoli fa e quali asterismi potesse presentare alla fantasia degli osservatori di allora ! I quali, d’altra parte, non potevano vedere le bellissime nuvole scure di polveri e gas che popolano l’immenso spazio tra la California e le Pleiadi appunto, quello che noi invece possiamo osservare nelle foto a largo campo di Hubble. E in un cielo opportuno, magari, anche riprendere !
La California è un oggetto relativamente facile, anche perché proprio la brillante Menkhib aiuta a inquadrarla. La sua risposta in Ha è notevole e le componenti RGB squilibrate a favore del rosso, naturalmente. Anche la guida è semplice a quelle focali e per fare un mosso bisogna dare un calcio al treppiede. Io qualche volta ci sono riuscito senza calcio !
Della NGC 1499 ho tante versioni, fatte col Canon 300 e con il piccolo-grande SKY 90, con la QHY8 e con la splendida storica Canon 20Da. Alla quale voglio ora appunto dare la precedenza, perché forse non vale tutta la differenza di costo, ma che certamente sul rosso, su tutte le nebule cioè, ha una marcia in più, e parecchio rumore in meno.
Ripresa in una delle tante serate a Vulci, con le fide batterie, dietro alla siepe a Nord e coi gattini che ti saltavano in braccio all’improvviso dal buio pesto.
E’ solo colore, ma a chi vuol farla suggerisco, anzi raccomando, anzi prescrivo, tanto Ha !


Tech Specs
Lens: Canon 300 – Canon 200Da – Guide webcam Philips900
Mount: Synta HEQ5
Pose: 4x20m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Canon utility – Processing:K3
Location: Vulci (VT) - november 2007

My comments
The California is an emission nebula located in the constellation Perseus, so named because of its resemblance to the outline of California. Extended almost 2.5° on the sky, it lies in the Orion Arm of our Galaxy, just like our Sun, some 1,500 light-years apart.
Also known as NGC 1499, this classic emission nebula, around 100 light-years long, glows because of the radiation from the intensely hot, class O star, Xi Persei which is the brightest star in this picture.
This star, also named Menkhib, has about 40 times the mass of the Sun and gives off 330,000 times the amount of light. It is one of the very hot stars born from the California Nebula only a few million years ago, that are lighting up the nebula; heating and ionizing it, according to the classic H alfa emission process. The glow of this cosmic cloud comes in fact from the hydrogen gas, which is pumped into a more energetic state by the blue and ultraviolet light from Menkib.  When the hydrogen relaxes to a lower energy state, it emits red light at a characteristic wavelength of 656 nm, just called “hydrogen alpha” light. Bright or emission nebulae work as perfect frequency down-converters on a cosmic scale !
Menkhib in Arab means ‘collarbone’ or ‘shoulder’, of to the contiguous Pleiades, I believe.
That suggests what asterisms the dark sky should represent to the fantasy of the lucky observers many centuries ago. However, they couldn’t see the magnificent dark clouds of gases and dust that uninterruptedly fill up the immense space from the California to the Pleiades. Those that we can currently observe on the wide scale pictures from Hubble and, hopefully, with the right sky, take photos, as well !!
NGC1499 is a rather easy object also due to the help of the bright Menkhib to set the right frame. Its Ha response is quite strong, consequently the RGB components are unbalanced, the red one being by far the highest. Guiding is simple at such short focal lengths, the only way to move being a kick to the tripod, although I sometimes did without kicks !
I got many versions of the California in several sessions, with the Canon 300 and with the little (great) SKY90, with the QHY8 as well as with the splendid Canon 20Da, the one I choose for this picture, since, although not worthy for the entire price, it certainly has the edge on the others on the reds, that is on most of the nebulae, as well as less noise.
I did this one during one of the many nights in Vulci, with my batteries, behind the north hedge, with the pet cats suddenly jumping out from the dark.
This picture is only RGB, but to those who want to shot the California nebula I suggest, or indeed I recommend, or indeed I prescribe Ha and more Ha !

domenica 13 novembre 2011

Galassia di Andromeda (M31 - NGC 224)



Specifiche
Ottica: Takahashi FSQ 106 530 f/5 – Canon 350D - Guida parallela Philips 900
Montatura: Synta HEQ5
Pose: 14 totali (2-5-10)m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Utility Canon  - Elaborazione con K3
Sito: Campo Imperatore (AQ) – Settembre 2006

Note
Anche se non per prima, non posso fare a meno di pubblicare la mia prima foto, intendo la prima presentabile. Seguita, peraltro, da tante altre indecenti o quasi, tant’è che le ho scartate da tempo.
Però questa, l’arcinota galassia di Andromeda, l’ho fatta piuttosto presto, alla fine di settembre 2006, pochi mesi da quando avevo cominciato a seguire Luciano Dal Sasso dovunque andasse a fotografare.
Non c’è astrofilo, credo, che non abbia osservato prima e fotografato poi questo oggetto così luminoso, tanto che per me, che non sono un falco, è indice della bontà del cielo: se la vedo vuol dire che il cielo è ottimo.
Andromeda, tra le grandi galassie la più vicina alla nostra Via Lattea, alla quale è anche molto simile, è una galassia spirale gigante che si trova a circa 2,5 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione boreale di Andromeda, da cui prende il nome. Ha due piccole galassie satelliti: M32, una nana ellittica con un diametro di appena 8.000 anni luce e M110, di dimensioni ancora minori, ma molto luminosa.
Insieme alla nostra Via Lattea, dunque, Andromeda domina il Gruppo Locale del quale fanno parte quattro galassie incluse nel Catalogo Messier: M31 appunto, con i suoi satelliti M32 ed M110, la galassia nel Triangolo M33, e più di 30 altre, tra le quali le due Nubi di Magellano e numerose altre galassie più piccole, buona parte delle quali scoperta piuttosto recentemente. Tutte sparpagliate in un volume di circa 10 milioni di anni luce di diametro, centrati grosso modo sulla Via Lattea e su M31.
Andromeda è inoltre atipica rispetto alle altre galassie, essendo infatti in avvicinamento alla Via Lattea, alla velocità risultante di 100–140 km/s, che dovrebbe portare a una ‘collisione cosmica’ entro un tempo stimato sui 2,5 miliardi di anni, dando verosimilmente luogo a una galassia ellittica di grandi proporzioni.
Ma visto che la maggior parte dei calcoli in astronomia gode, o soffre, di un ampia approssimazione, perlomeno su quelle scale spazio-temporali e con le incertezze che ci sono, per esempio sulla velocità tangenziale di Andromeda rispetto alla Via Lattea, nessuno è in grado di prevedere se, quando e come la collisione avverrà.  Scontri di questo tipo sono peraltro frequenti nei gruppi di galassie.
Andromeda è inclinata di circa 80° rispetto alla linea di vista dalla Terra e il suo disco non è piatto, ma possiede una accentuata distorsione a "S". Inoltre, si è anche scoperto, grazie a Hubble, che possiede un doppio nucleo, uno centrale col suo bravo buco nero e uno più luminoso decentrato di pochi anni luce.
La massa di Andromeda è all’incirca quella della Via Lattea, anzi calcoli recenti la stimano minore, ma dimensioni e luminosità, così come il numero delle sue stelle, sono molto maggiori, mentre invece il tasso di formazione stellare e di esplosioni supernove è inferiore. Sembra cioè che Andromeda sia più vecchia dal punto di vista del ciclo evolutivo rispetto alla Via Lattea. Mi chiedo perché mai sono considerate quasi gemelle !
L’ho ripresa a Campo Imperatore, con la mia prima camera, la gloriosa Canon 350D, che tanti usano ancora con soddisfazione, e il mitico, mai abbastanza rimpianto, Takahashi FSQ 106, dalle stelle ineguagliabili (del quale l’amico Biagio non mi ringrazierà mai abbastanza. Tant’è che non ha neanche cominciato !!).
Il seeing era ottimo e faceva un bel freddino, questo forse ha aiutato la Canon a non tirar fuori tanto rumore. C’era addirittura, oltre all’immancabile Dal Sasso col suo provvidenziale camper, il mitico Vittorio Fornaseri !
Che tempi, andavamo dappertutto, nei posti più dirupati con le nostre ingombranti batterie. Una volta una volpe c’ha pure fregato una busta di cibo, ma erano pere che con quel freddo nessuno voleva, mi sa che la fregatura l’ha presa lei !!
Per la fotografia astronomica M31 è senz’altro un oggetto contraddittorio: facile da inquadrare, esce subito, però è difficile farne emergere i dettagli, senza bruciare il nucleo, per non parlare dei colori che sono tenui e molto sensibili alla camera usata.
Con la Q8 l’ho ripresa un sacco di volte, ma senza riuscire a farla meglio di questa con la Canon 350D. Con una CCD b/n potrei fare meglio, ci proverò senz’altro.

Tech Specs
Lens: Takahashi FSQ 106 530 f/5 – Canon 350D – Guide webcam Philips900
Mount: Synta HEQ5
Pose: 14 (2-5-10)m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Canon utility – Processing:K3
Location: Campo Imperatore (AQ) - september 2006

My comments
Although not the first, I must show my first astronomical picture, the first presentable at least, followed, however, by many others that I promptly deleted because of the poor quality. But this one, the well known Andromeda galaxy, I made rather soon, on 2006 late September, that is just a few months since when I started following  Luciano Dal Sasso everywhere for imaging sessions.
All the astroimagers, I believe, have observed first and then taken pictures of this object, so bright that for me, not an hawk indeed, is a kind of index of sky quality: when I see Andromeda the sky is really clear !
Andromeda, among the largest galaxies the closest to our Milky Way, to which is very similar, is a spiral gigantic galaxy located some 2.5 millions ly apart from the Earth, toward the homonymous constellation of Andromeda.
It has two minor satellite galaxies: M32, an elliptic dwarf with a diameter of ‘only’ 8,000 ly, and M110, even smaller although quite bright.
Together with the Milky Way, Andromeda dominates the Local Group, to which four galaxies included in the Messier catalogue belong: M31 itself, with its satellites M32 and M110, the Triangle Galaxy (M33), as well as some 30 more, among which the two Magellanic Clouds and several other smaller galaxies, large part of which rather recently discovered. All those galaxies are spread over some 10 million ly in diameter, roughly centred just on Andromeda and the Milky Way.
Unlike the large majority of the other galaxies, Andromeda is approaching the Milky Way at the resulting speed of some 100-140 km/sec, what should lead to a ‘cosmic collision’ within a time estimated as 2.5 billion years, likely generating a gigantic elliptical galaxy. It should be said, however, that most of the computations in astronomy are affected by large approximation, at least on those space-time scales; so, also considering the high uncertainty on the Andromeda’s vs Milky Way tangential speed, nobody can really forecast whether, when and how the collision will occur. Such collisions, however, are rather common within groups of galaxies.
Andromeda galaxy is tilted of some 80° with respect of the Earth line-of-sight and its disk is not flat, but has a pronounced “S” shape. Moreover, thanks to the Hubble telescope, two separate nucleous have been observed: a central one, with its prescribed ‘black-hole’, plus the brighter one, a few light years apart.
The Andromeda mass is close to the Milky Way’s one, indeed recent calculations estimate it slightly less, whereas size and luminosity are higher, as well as the number of stars, but a lower rate is observed of both star formation and supernovae bursts. All the above seem to indicate that Andromeda is older than the Milky Way, having already experienced the evolution cycle that is currently occurring here.
I really wonder why Andromeda is considered as a twin of the Milky Way !?!
I worked it out at Campo Imperatore, right above L’Aquila, with my first camera, the glorious Canon 350D the same that many of us are still using with satisfaction and with the mythic, never enough regret, Taka FSQ106, with its matchless pinpoint stars (for which my friend Biagio will never thank me enough, that’s why he never did !).
The seeing was very good and the temperature quite low, probably the reason why the Canon kept the noise low.
There was also, other than Dal Sasso of course, with his blessed camper, the unforgettable Vittorio Fornaseri !
Those were the days, indeed the nights, when we used to go everywhere, in the remotest places, seeking for starry skies. Once a fox took some frozen pears away in the dark, I wonder whether she really enjoyed it !!
Insofar imaging is of concern, M31 is certainly a conflicting subject: easy to set in the frame, it comes out fast but it is quite hard to make details come out without saturating the centre. To say nothing of the colours, quite soft and markedly depending upon the type of camera.
I took many pictures of it with my CCD, but never better than this one with the Canon. 
May be because my Q8 is an OSC, I’ll try with a b/w one, will it come out better ? !



venerdì 4 novembre 2011

Nebulosa Medusa (IC443/Sh2-239) - Gemelli




Specifiche
Ottica: Takahashi SKY90 400 f/4.5 - CCD QHY8 OSC - Guida in parallelo Philips 900
Montatura: Synta HEQ5
Pose: 15x20m Ha + 9x20m RGB
Guida con K3 - Acquisizione con Nebulosity - Elaborazione con Photoshop
Sito: Artena (RM) – Febbraio 2011

Note
Sempre in tema di resti di supernova, eccone una davvero classica, la IC443, molto studiata dagli astrofisici, ma non altrettanto nota agli astroimagers. 
IC443, detta Nebulosa Medusa, è un resto di supernova situato nei Gemelli, vicino, sul piano celeste, alla stella η Gemini, originato da una supernova esplosa in un periodo compreso fra 3000 e 30.000 anni fa, rimasta in forma di stella di neutroni al suo interno. Possiede un diametro angolare di 50' che, alla distanza stimata di 5.000 ly, equivale a circa 70 ly.
La nebulosa ha una forma di un doppio guscio, due metà con raggio e centro differenti; un terzo guscio nebuloso, inizialmente attribuito alla stessa IC443, è ora riconosciuto come un resto di supernova molto più antico, forse addirittura di 100.000 anni.
La contigua Sh2-249, invece, è una nebulosa a emissione, un’estesa regione di HII ben visibile a ovest della Medusa in direzione della brillante μ Gemini, immersa in un ricco campo stellare. I due oggetti sono perciò esattamente compresi tra le due stelle, μ e η Gemini, che sono di grande aiuto per inquadrare la foto.
Personalmente ho un paio di appunti da fare: anzitutto non condivido il nome Medusa, a me sembra piuttosto una spugna. Poi ho notato che moltissimo si scrive del resto di supernova, cioè l’IC443, mentre poco si trova sulla bella nebulosa contigua, la Sh2-249, relegata a sharpless, che invece è parte importante e ben visibile dello scenario, con una ricca varietà di dettagli.
Ho ripreso il tutto in più sessioni, ma tra errori e cielo mediocre ho avuto un sacco di problemi, specie in elaborazione, quando è difficile fare uscire la nebulosa minore senza bruciare il guscio della supernova e tirar fuori un sacco di rumore. Non sono il solo comunque, ho letto che farla coi filtri OIII e SII equivale a fare i dark!
Io posso raccomandare a chi vuole farla di stare attento più alla parte superiore della Medusa che brucia subito, che non agli stelloni μ e η Gemini, due variabili ma sempre brillanti, che tanto bruciano comunque !
Credo che, se avrò tempo quest’inverno, ci lavorerò ancora un po’ sopra in Ha col mio Sky90, altro ottimo strumento col quale mi scuso per utilizzarlo poco in fotografia e molto come guida. E’ lo strumento più versatile che conosco: ottimo in visuale e in fotografia, trova le stelle di guida anche se non ci sono.

Tech Specs
Lens: Takahashi SKY90 400 f/4.5 - Camera CCD QHY8 OSC – Guide webcam Philips900
Mount: Synta HEQ5
Pose: 15x20m Ha + 9x20m RGB
Guide: K3 – Acquisition: Nebulosity – Processing: Photoshop
Location: Lariano (RM) - february 2011

My comments
Keeping on with supernova remnants, here is a really classic one, the IC443, a galactic object analyzed in depth by astronomers but not as known to astroimagers.
IC 443, also known as the Jellyfish Nebula, is a Galactic supernova remnant (SNR) in the constellation Gemini, located, on the plan of the sky, near the star η Gemini. Its distance is roughly 5,000 ly from Earth IC 443, with an angular diameter of 50', corresponding to a physical size of roughly 70 ly (20 parsec).
IC 443 is thought to be the remains of a supernova that occurred 3,000 - 30,000 years ago, the same event that likely created the neutron star, the collapsed remnant of the stellar core.
The IC443 shows a shell-like shape, consisting of two connected sub-shells with different centres and radii. A third larger sub-shell, initially attributed to IC 443, is now recognized as a different and older (100,000 years).
The adjoining Sh2-249, instead, is a bright nebula, a large HII region clearly observable at the IC433 west, close to the shining μ Gemini, behind a rich stellar field.
The two object are exactly between the two stars, η Gemini on east and μ Gemini on west side, which are very helpful in setting the frame for the picture.
Frankly speaking, I have a couple of remarks: first that the IC443 resembles more to a sponge than to a jellyfish. Secondly I wonder why the IC443 is very known and studied, contrariwise to the Sh2-249, downgraded to a sharpless, whereas it plays a primary role in the entire frame and shows a great variety of details.
I took the two objects in several sessions and, due to my errors and to some bad skies, I experienced many problems in both aligning and processing the pictures, expecially when trying to make the nebula come out, avoiding  the Jellyfish become saturated and deep sky noise starts to appear. But I think I am not the only to meet troubles with those objects, I heard that OIII and SII exposures correspond more or less to taking darks.
What I can recommend is to pay more attention not to burn the upper shell of the Jellyfish than to the two big stars, that burn up anyway !
I think that, having the time this winter, I will be back on that objects, mainly with Ha filter, with my small Takahashi SKY90, which I apologize for using more for guiding than for picturing. In fact, it is the most versatile optic I know: very good in observing, smart in shooting, and capable to find guiding stars also when there are none !